Infinite Jest: MR Tavolino Knoll

"Mario siede sul piccolo tavolino da caffè finto Van der Rohe con le gambe arcuate (il tavolo), la testa accucciata accanto alla cassa e gli artigli in grembo." (pag.228)

L.M. Van der Rohe - Tavolino MR

Il tavolino da caffé in vetro e acciaio di Ludwig Mies Van der Rohe è firmato dall'azienda statunitense di arredamento Knoll International ed è uno degli articoli della collezione MR che l'architetto tedesco disegnò per il Barcelona, il padiglione tedesco all'Esposizione Internazionale di Barcellona del 1929.

Opera minimalista dalle linee pure e semplici, in perfetto stile moderno, il tavolino MR è realizzato con struttura in tubolare d'acciaio con finitura cromata lucida e piano in cristallo trasparente o acidato.

Data la sua trasparenza e la sua totale mancanza di decorazioni, è un oggetto che risulta praticamente invisibile: l'acciaio e il vetro creano giochi di luce che permettono al tavolino di specchiarsi e fondersi con l'ambiente circostante.

Il logo KnollStudio e la firma di Ludwig Mies van der Rohe sono impressi alla base dei tavoli.

Biografia dell'autore

David Foster Wallace nasce il 21 febbraio del 1962 a Ithaca, a 400 km da New York: la madre è professoressa di inglese al Parkland College di Champaign, mentre il padre è professore all'University of Illinois di Urbana-Champaign. Cresciuto nell'Illinois, a Champaign, fino a nove anni, si trasferisce in seguito a Urbania, e qui viene iscritto alla Yankee Ridge School. Più tardi frequenta la stessa università in cui aveva studiato il padre, l'Amherst College, e si laurea in letteratura inglese e in filosofia nel 1985, con una specializzazione in logica modale e matematica. Dopo avere ottenuto alla University of Arizona un Master of Fine Arts in scrittura creativa, si dedica alla scrittura del suo primo romanzo, che esce nel 1987 ed è ispirato alla sua seconda tesi universitaria: "La scopa del sistema”, apprezzato dalla critica per il suo stile acuto e complesso al tempo stesso. Dopo questo successo pubblica, due anni più tardi, una raccolta di racconti intitolata "La ragazza con i capelli strani" e "Verso Occidente l'impero dirige il suo corso". L'anno successivo pubblica in "The Paris Review" il saggio "Piccoli animali inespressivi". Nel frattempo si iscrive all'università di Harvard per seguire il corso di filosofia, che abbandona dopo il primo semestre, alla fine del 1989, in seguito al ricovero in una clinica psichiatrica. Nel 1990 Wallace scrive con Mark Costello "Il rap spiegato ai bianchi". Nel 1996 pubblica "Infinite Jest", il suo secondo romanzo, grazie al quale diventa un autore di culto internazionale. Nel frattempo Wallace inizia a insegnare presso la Illinois State University; nel 1997 dà alle stampe "Una cosa divertente che non farò mai più", mentre due anni più tardi completa la raccolta di racconti "Brevi interviste con uomini schifosi". Nel 2000 pubblica "Up, Simba!" e nel 2002 viene nominato professore di letteratura inglese e di scrittura creativa in un'università della California, il Pomona College; nel corso di questi anni lotta con l'abuso di alcol e la dipendenza dalle droghe, oltre che con la depressione che lo induce a tentare di uccidersi. Dopo avere conosciuto, nel 2002, la pittrice Karen L. Green, nel 2003 scrive "Tutto, e di più. Storia compatta dell'infinito", e l'anno successivo porta a termine la raccolta "Oblio"; il 27 dicembre del 2004 si sposa con Karen. Nel 2006 pubblica "Considera l'aragosta e altri saggi" e "Roger Federer come esperienza religiosa"; nello stesso anno la rivista "Time" inserisce "Infinite Jest" nell'elenco dei cento migliori romanzi di lingua inglese scritti tra il 1923 e il 2006. Da tempo ammalato di depressione, nel giugno del 2007 David smette di prendere i medicinali. David Foster Wallace muore suicida all'età di 46 anni il 12 settembre del 2008, impiccandosi nel suo garage della casa di Clearmont, in California, dopo avere scritto una nota di due pagine e avere sistemato alcuni dettagli de "Il re pallido", manoscritto che rimarrà incompiuto.

MR Tavolino Knoll - L.M. Van der Rohe

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