" In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante al nostro presente, la merce, l'intrattenimento e la pubblicità hanno ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Il Canada e gli Stati Uniti sono una sola supernazione chiamata ONAN, il Quebec insegue l'indipendenza attraverso il terrorismo, ci si droga per non morire, di noia e disperazione. E un film perduto e misterioso, "Infinite jest", dello scomparso regista James Incandenza, potrebbe diventare un'arma di distruzione di massa... "
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Hush Puppies

"e rovista in una delle vecchie scatole da scarpe Hush Puppy di Mario piena di lettere e istantanee." (pag.1204)

Il Marchio Hush Puppies, ideato dall'azienda americana Wolwerine Worldwide Inc, venne introdotto per la prima volta alla fiera nazionale della calzatura di Chicago del 1957: proponeva scarpe comode, leggerissime, in pelle di cinghiale scamosciata e spazzolata dotate di suola in gomma.

Il nome del marchio prese ispirazione dalle frittelle di mais, denominate "hush puppies", che gli agricoltori utilizzavano per tranquillizzare i cani che abbaiavano. Allo stesso tempo l'espressione "cani che abbaiano" in inglese indicava i piedi stanchi. Da lì l'idea di unire i due lemmi: nel 1958 la società acquistò, per soli $50, la fotografia di un bassotto dagli occhi dolci che sarebbe diventato il logo caratteristico di questa comoda calzatura casual ma allo stesso tempo elegante. 

Stetson Sutley

"Gately si era sentito sciogliere gli intestini dall'angoscia: si ricorda troppo bene le scarpe marroni, gli occhi da maiale, lo Stetson con le piume di un certo Assistente Procuratore Distrettuale di Revere, l'uomo senza rimorso che andava pazzo per il cibo del Terzo mondo." (pag. 1014)

Verso la metà del 1800 un giovane americano, John B. Stetson, figlio di un produttore di cappelli, a causa di una diagnosi di tubercolosi che doveva lasciargli pochi mesi di vita, partì alla scoperta del West.

Dopo aver visto le terribili condizioni in cui i cercatori d’oro erano costretti a viaggiare, sotto il sole cocente e le intemperie, protetti solamente dai loro terribili cappelli in pelle di procione infestati dalle pulci, decise di costruire cappelli in feltro, leggeri, durevoli e resistenti all’acqua. 

Sandali Birkenstock

"Il pane dell'Accademia viene portato da ragazzi in bicicletta con i sandali Birkenstock dal Bread & Circus Quality Provisions di Cambridge, perché non solo deve essere senza zucchero ma deve anche avere un basso contenuto di glutine..." (pag. 755)

Alla fine del XIX secolo, quando la suola delle scarpe era tipicamente piatta, un calzolaio tedesco, Konrad Birkenstock, creò un plantare sagomato che potesse avvolgere e supportare il piede, a cui seguì la creazione delle solette in gomma flessibile da inserire all’interno di qualsiasi calzatura. La fama di queste nuove scarpe ortopediche si diffuse soprattutto tra i tedeschi, grandi sostenitori della cultura termale che prevedeva lunghe passeggiate nei boschi per le quali servivano calzature comode.

Il sandalo che conosciamo oggi, con il plantare in sughero e lattice, fece la sua comparsa negli anni '60 grazie al figlio di Konrad, Karl Birkenstock, che sperimentò combinazioni inedite di ingredienti per ottenere un materiale leggero e resiliente che sostenesse allo stesso tempo il piede.

Nel 1966 nacque il modello Madrid, il primo sandalo con plantare flessibile, l'origine del settore delle scarpe comode.