"Il pane dell'Accademia viene portato da ragazzi in bicicletta con i sandali Birkenstock dal Bread & Circus Quality Provisions di Cambridge, perché non solo deve essere senza zucchero ma deve anche avere un basso contenuto di glutine..." (pag. 755)
Alla fine del XIX secolo, quando la suola delle scarpe era tipicamente piatta, un calzolaio tedesco, Konrad Birkenstock, creò un plantare sagomato che potesse avvolgere e supportare il piede, a cui seguì la creazione delle solette in gomma flessibile da inserire all’interno di qualsiasi calzatura. La fama di queste nuove scarpe ortopediche si diffuse soprattutto tra i tedeschi, grandi sostenitori della cultura termale che prevedeva lunghe passeggiate nei boschi per le quali servivano calzature comode.
Il sandalo che conosciamo oggi, con il plantare in sughero e lattice, fece la sua comparsa negli anni '60 grazie al figlio di Konrad, Karl Birkenstock, che sperimentò combinazioni inedite di ingredienti per ottenere un materiale leggero e resiliente che sostenesse allo stesso tempo il piede.
Nel 1966 nacque il modello Madrid, il primo sandalo con plantare flessibile, l'origine del settore delle scarpe comode.
Birkenstock Advertising - 1968 |
Il successo internazionale, tuttavia, è dovuto al dolore ai piedi di Margot Fraser, una sarta di successo di Brema che in quegli anni sposò un americano e si trasferì in California. Il sollievo che le diede il primo paio di Birkenstock la spinse ad importare in America le sue calzature.
Inizialmente respinte dal mercato statunitense poiché tralasciavano totalmente l’estetica per la comodità, furono man mano apprezzate dai ceti lavoratori: i primi a farne uso furono i commercianti dei negozi di alimentari che trascorrendo tutta la giornata in piedi avevano bisogno di un supporto plantare comodo, anzi comodissimo.
Essendo oltretutto un capo che rompeva la tradizione distruggendo ogni regola estetica di quegli anni, divennero il modello preferito dagli hippie che giravano il mondo con lo zaino in spalla al motto di Peace and Love.
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